La mia casa paterna
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venerdì 8 ottobre 2010

Mi assale un dubbio !

Molti storici locali cercano di trovare un significato al nome "Campodolcino", C'è chi dice che essendo la prima dolce piana dopo l'erta salita da Chiavenna (immaginiamoci quando salivano a piedi e non a bordo di rombanti SUV) il nome più appropriato fosse quello di "Campo Dolce".
Noi oriundi, in dialetto locale, il vero brì, il nome lo pronunciamo in questo modo "Calduscin" , che mi pare nulla abbia di campo dolce. Con un po di fantasia, ma non troppa, si potrebbe suddividere il nome in : Cà 'l dulscin ossia la Ca del Dulscin che tradotto sarebbe "Casa del Dolcino". A voi il compito di trovare chi fosse il Dolcino di cui il nostro paese potrebbe portarne il  il nome ! Ovviamente io un'idea ce l'ho !
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Quando Gherardino fu messo al rogo nel 1300, un suo giovane discepolo, Dolcino, ebbe la forza di diventare capo carismatico del movimento, proseguendone in maniera decisa l'orientamento eversivo.
Da Parma egli passò nel Bolognese e, per sfuggire ai processi e ai roghi, da qui finì nel Trentino, dove, unendosi ad altri gruppi locali di contestazione, predicava contro la corruzione del clero, per un cristianesimo fuori dalle istituzioni e senza obbedienze gerarchiche.
Il vescovo di Trento avviò la repressione, costringendo i dolciniani a fuggire verso la Lombardia e il Piemonte, diventando una sorta di "comune nomade", con tanto di donne e bambini al seguito.
Il movimento si diffuse sulle montagne di Brescia, Bergamo, Como, Milano e soprattutto della Valsesia. Era una compagine di estrazione rurale-artigianale, che aveva trovato molti seguaci negli ambienti delle comunità montane, profondamente avverse agli strapoteri feudali degli aristocratici laici ed ecclesiastici. In tutta la Valsesia medievale si combatteva contro il pagamento delle imposte inique e delle decime, cercando di riscattare le terre in enfiteusi o in usufrutto. Era inoltre una resistenza delle comunità montane contro i modelli culturali sempre più borghesi che s'andavano imponendo nella pianura.
I dolciniani, tra militanti e simpatizzanti, si aggiravano sulle 3.000 unità. Si spostavano continuamente tra Piemonte e Lombardia (1304-1306), respingendo efficacemente i "crociati" cattolici. Per sostenersi scendevano nelle valli derubando quanto potevano nelle chiese e nelle case dei più facoltosi.

1 commento:

  1. Secondo me quando si parla di Como si intendono i territori sotto l'influenza della diocesi di Como. Il nostro territorio, dalla notte dei tempi, fu conteso tra la diocesi di Como e quella di Coira.

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Una torre nel cielo

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